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Donne dentro la Storia
tra vissuto e narrazione

Decimo ciclo della serie “Narratori d’Europa”
Incontri dell’Istituto Regionale di Studi Europei del Friuli Venezia Giulia

dal 30 gennaio al 20 febbraio 2018
Auditorium Centro Culturale Casa A. Zanussi
Pordenone - Via Concordia 7

image_preview.jpgAscolta la videointervista
a Stefania Savocco

 

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a Ritanna Armeni

 

PROGRAMMA
Presentazione critica e lettura testi
a cura di Stefania Savocco docente di Lettere nelle Scuole Superiori

Leggere la Storia e interpretarla, specie se si tratta di quella della modernità, non è facile;  bisognerebbe assumere la necessaria distanza, mentre, si sa, il cosiddetto “secolo breve” è stato contrassegnato da rapidissimi progressi tecnologici e da numerosi sovvertimenti sociali, politici ed economici, troppo vicini a noi perché si possa esprimere una valutazione scevra di faziosità e filologicamente rigorosa.
A sbrogliare il gomitolo della complessità può forse contribuire l’adozione di un’angolazione  inedita: per esempio cercando “della Storia” quello che hanno colto le scrittrici e “nella  Storia” quello che è declinato al femminile.
Abbiamo dunque messo in campo per la decima serie di Narratori d’Europa un poker di donne. Quattro narrazioni particolari: dalla rivoluzione russa, al nazismo, al ’68, fino ai nostri anni, quelli delle grandi migrazioni.
Si partirà con la speciale partecipazione di Ritanna Armeni, autrice di Di questo amore non si deve sapere uscito nel 2015 e recentemente pubblicato nella traduzione in russo. Il libro racconta il vissuto di Inessa Armand, un’appassionata della causa bolscevica, artista e fautrice dei diritti delle donne e della loro libertà. Lenin, negli anni difficili prima del ’17, aveva fatto affidamento su questa donna colta e intelligente. Solo con l’apertura degli archivi dopo la caduta dell’Urss, è emerso l’amore fra i due, fino allora negato o nascosto.
Si proseguirà poi parlando della scrittrice francese Annie Ernaux e del suo romanzo Gli  anni. Un “fluire” ininterrotto fra riunioni familiari e parole in libertà, dei cambiamenti di  costume registratisi fra la Liberazione, il ’68, il boom economico e la crisi culminata nell’undici settembre 2001. Fino all’ingresso nell’era globale e della virtualità di Internet.
L’irlandese Edna O’Brien e il suo Tante piccole sedie rosse permetteranno di confrontarsi con l’immane tragedia conseguente all’assedio di Sarajevo del 1992, ma anche con  l’ingenuità e chiusura della provincia irlandese da un lato e con l’anonimato multietnico della metropoli londinese dei migranti e delle disuguaglianze sociali dall’altro.
Il ciclo si chiuderà infine con Sangue giusto di Francesca Melandri, una vicenda che ci riporta indietro, all’occupazione italiana in Etiopia, e ci chiama ad una precisa assunzione di responsabilità: le migrazioni a casa nostra, gli esodi e gli sbarchi massicci e spesso  drammatici. Stefania Savocco
Martedì 30 gennaio 2018 › 15.30
DI QUESTO AMORE NON SI DEVE SAPERE
LA STORIA DI INESSA E LENIN
di Ritanna Armeni


Presentazione critica e lettura testi

Con la speciale partecipazione di Ritanna Armeni
 Di questo amore_cop russaDonna attraente e appassionata, magnetica e vitale, pianista eccellente, poliglotta, rivoluzionaria, impegnata nella lotta per i diritti delle donne, sostenitrice del libero amore, madre di cinque fi gli e moglie di un ricchissimo industriale russo: è Inessa Armand, votata anima e corpo alla causa  bolscevica. Anche se per molto tempo il regime sovietico ha fatto di tutto per tenerlo segreto, fu il grande amore di Lenin, oltre che la sua più fidata  collaboratrice. Ritanna Armeni, che ha seguito le sue tracce nelle poche  testimonianze e biografie esistenti e ha ripercorso i suoi passi in Europa, ci  restituisce il ritratto fremente, dolce e indomabile di una donna che più che al passato sembra appartenere al nostro futuro: inquieta e non catalogabile, piena di contraddizioni eppure integra nelle sue passioni, capace di amare perché libera, rivoluzionaria nel privato e nel politico.
Ritanna Armeni, Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin, Ponte alle Grazie, 2015.

Ritanna Armeni giornalista professionista dal 1976 e scrittrice. Attenta alle problematiche legate alle discriminazioni alle donne, è stata caporedattrice di Noi donne, per poi collaborare alla nascita del quotidiano Il Manifesto. Diversi incarichi giornalistici e in Rai ha condotto tra l’altro la trasmissione Otto e mezzo con Giuliano Ferrara. Attualmente scrive per l’Osservatore Romano, Il Foglio, la rivista Rocca. Ha pubblicato tra gli altri: La colpa delle donne, Firenze, Ponte delle Grazie (2006); Parola di donna. Le 100 parole che hanno cambiato il mondo raccontate da 100 protagoniste, Firenze, Ponte alle Grazie (2011); Di questo amore non si deve sapere. La storia di Inessa e Lenin, Firenze, Ponte alle Grazie (2015). Il libro è stato tradotto in russo per la casa editrice Limbus. Dal 26 novembre al 3 dicembre 2017 l’autrice ha tenuto diverse presentazioni in prestigiose librerie di Mosca e San Pietroburgo.
  
Martedì 6 FEBBRaio 2018 › 15.30
GLI ANNI di Annie Ernaux

Presentazione critica e lettura testi  
monte_carlo.jpgCome accade che il tempo che abbiamo vissuto diviene la nostra vita? È questo il nodo affrontato da Gli anni, romanzo autobiografico e al contempo cronaca collettiva del nostro mondo dal dopoguerra a oggi, nodo sciolto in un canto indissolubile attraverso la fusione della voce individuale con il coro della Storia. Annie Ernaux convoca la Liberazione, l’Algeria, la maternità, de Gaulle, il ’68, l’emancipazione femminile, Mitterrand; e ancora l’avanzata della merce, le tentazioni del conformismo, l’avvento di internet, l’undici settembre, la riscoperta del desiderio. Scandita dalla descrizione di fotografie e pranzi dei giorni di festa, questa “autobiografia impersonale” immerge anche la nostra esistenza nel flusso di un’inedita pratica della memoria che, spronata da una lingua tersa e affilatissima, riesce nel prodigio di “salvare” la storia di generazioni coniugando vita e morte nella luce abbagliante della bellezza del mondo.
Annie Ernaux, Gli anni, L’Orma editore, 2016.

Annie Ernaux è una delle voci più autorevoli del panorama culturale francese. La sua opera è stata di recente consacrata dall’editore Gallimard, che nel 2011 ne ha raccolto gli scritti principali in un unico volume nella prestigiosa collana Quarto. Nei suoi libri ha reinventato i modi e le possibilità dell’autobiografia, trasformando il racconto della propria vita in acuminato strumento di indagine sociale, politica ed esistenziale. Ha vissuto fino all’adolescenza in Normandia, mantenendo in seguito un forte legame con l’ambiente sociale d’origine. Ha esordito con il romanzo Gli armadi vuoti (Les Armoires vides, 1974), nella tradizione del realismo sociale, cui è seguito Il posto (La place, 1984), ricostruzione del proprio ambiente familiare. Sono seguiti Passione semplice (Passion simple, 1991), La vita esteriore (La vie extérieure, 2000), Perdersi (Se perdre, 2001), L’uso della foto (L’usage de la photo, 2005), L’altra figlia (L’autre fille, 2016). Gli anni (Les années, 2008), pubblicato in italiano da L’Orma Editore nel 2016 e vincitore del Premio Strega Europeo. Memoria di ragazza è il suo ultimo romanzo, tradotto in italiano e pubblicato in L’Orma Editore (2017). 
 
Martedì 13 febbraio 2018 › 15.30
TANTE PICCOLE SEDIE ROSSE di Edna O'Brien

Presentazione critica e lettura testi

sangue_neve.jpgUna notte d’inverno un misterioso straniero raggiunge a piedi un villaggio sulla costa irlandese. Dice di essere un poeta e un guaritore, di avere erbe e pozioni
per lenire i dolori e curare i problemi sessuali. Ha una personalità magnetica, tanto che la piccola comunità di Cloonoila ne è presto conquistata. Fidelma McBride più di tutti. E il suo destino rimarrà segnato in modo ineluttabile.
Edna O’Brien, Tante piccole sedie rosse, Einaudi, 2017. 
 
Edna O’Brien romanziera, drammaturga e poetessa irlandese, è nata in una famiglia dalle forti radici cattoliche e, come le protagoniste del suo romanzo d’esordio, ha compiuto i suoi studi presso le suore. Lasciò l’Irlanda negli anni Cinquanta per trasferirsi a Londra, dove vive ancora oggi. Considerata la Gran Dama della letteratura irlandese, nella sua lunga carriera ha ottenuto i maggiori premi letterari, a partire dal Kingsley Amis Award per Ragazze di campagna, primo capitolo di una trilogia che comprende La ragazza sola (Rizzoli, 1963) e Ragazze nella felicità coniugale (E/O, 1990). È membro onorario dell’American Academy of Arts and Letters. Elliot Edizioni ha pubblicato la biografi a Byron in Love (2010) e l’autobiografi a Country Girl (2013). Nel 2011 le è stato conferito il prestigioso Frank O’Connor Short Story Award. Il suo ultimo romanzo del 2015, The Little Red Chairs è stato tradotto in italiano è pubblicato da Einaudi nel 2017 con il titolo Tante piccole sedie rosse
 
Martedì 20 FEBBRAIo 2018 › 15.30
SANGUE GIUSTO di Francesca Melandri

Presentazione critica e lettura testi

stivali_gomma.jpgLa trama ci porta a Roma, nell’agosto 2010. In un vecchio palazzo senza ascensore, Ilaria sale con fatica i sei piani che la separano dal suo appartamento. Vorrebbe solo chiudersi in casa, dimenticare il traffico e l’afa,  ma ad attenderla in cima trova una sorpresa: un ragazzo con la pelle nera e le gambe lunghe, che le mostra un passaporto. «Mi chiamo Shimeta Ietmgeta Attilaprofeti» le dice, «e tu sei mia zia». All’inizio Ilaria pensa che sia uno scherzo. Di Attila Profeti lei ne conosce solo uno: è il soprannome di suo padre Attilio, un uomo che di segreti ne ha avuti sempre tanti, e che ora è troppo vecchio per rivelarli. Shimeta dice di essere il nipote di Attilio e della donna con cui è stato durante l’occupazione italiana in Etiopia. E se fosse la verità? È così che Ilaria comincia a dubitare: quante cose, di suo padre, deve ancora scoprire? Le risposte che cerca sono nel passato di tutti noi: di un’Italia che rimuove i ricordi per non affrontarli, che sopravvive sempre senza turbarsi mai, un Paese alla deriva diventato, suo malgrado, il centro dell’Europa delle grandi migrazioni.
Francesca Melandri, Sangue giusto, Rizzoli, 2017.

Francesca Melandri ha iniziato giovanissima una lunga carriera di sceneggiatrice, firmando le sceneggiature di Zoo di Cristina Comencini (1988), Chiara e gli altri 1 e 2 (1989/90), Fantaghirò di Lamberto Bava (1991), Cristallo di Rocca di Maurizio Zaccaro (1998), Nati ieri di Genovese e Miniero (2006), molti episodi della serie Don Matteo (2001/2009). Ha esordito nella narrativa con Eva dorme, Mondadori (2010), un romanzo che ripercorre gli anni del terrorismo sudtirolese, tradotto in più lingue e vincitore di numerosi Premi. In seguito ha pubblicato il suo secondo romanzo Più alto del mare, Rizzoli (2012) finalista al Premio Campiello. Nel 2017 ha pubblicato Sangue giusto, Rizzoli.
  
LA PARTECIPAZIONE AGLI INCONTRI È GRATUITA E APERTA A TUTTI

È comunque gradita l’iscrizione, facendo pervenire i propri dati alla Segreteria Irse 
irse@centroculturapordenone.it / 0434 365326 ENTRO IL 10 GENNAIO 2018.

Gli studenti che desiderano un certificato di frequenza devono richiederlo al momento dell’iscrizione.

Il programma è inserito come Progetto dell’Irse anche all’interno del calendario Università della Terza Età di Pordenone 2017/2018

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Rassegna stampa

IRSE_NARRATORI GAZZ_16_01_18_pagXXIV
IRSE_NARRATORI GAZZ_23_01_18_pagXXIV
IRSE_NARRATORI GAZZ_26_01_18_pagXVII
IRSE_NARRATORI MESSVEN_15_01_18_pag16
IRSE_NARRATORI MESSVEN_23_01_18_pag45
IRSE_NARRATORI MESSVEN_29_01_18_pag18

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