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I tedeschi

La Germania degli anni Sessanta
nelle fotografie di René Burri

da sabato 20 marzo a domenica 9 maggio 2010
GALLERIA SAGITTARIA
Centro Iniziative Culturali Pordenone

Inaugurazione sabato 20 marzo, ore 17.30

Presentazione di Giancarlo Pauletto
Marina Sparavier
Interviene René Burri

Ingresso libero
Da lunedì a sabato: ore 16.00/19.00
domenica e festivi: 10.30/12.30 e 16.00/19.00
Chiuso il 4, 5, 25 aprile e 1 maggio

Mostra organizzata nell'ambito del Festival Dedica a Hans Magnus Enzensberger (Pordenone 13-27 marzo 2010)

René Burri nato a Zurigo nel 1933 è considerato uno dei più grandi fotografi viventi. Dopo aver frequentato la scuola d’arte si avvicina al mondo del cinema realizzando alcuni documentari. Successivamente decide di dedicarsi totalmente alla fotografia. Nel 1955 inizia a collaborare con l’agenzia Magnum Photos dove presenta il suo reportage sulla realtà dei bambini sordomuti. Il lavoro incontra grandi consensi e viene pubblicato sulla prestigiosa rivista “Life” e su altre importanti riviste europee. Nel 1959 entra a far parte della Magnum Photos di cui, nel 1982, diventerà presidente. Nel corso della sua lunga carriera firma importanti reportage e celebri ritratti. Le sue foto sono presenti nei principali musei e gallerie in tutto il mondo.
Autore di numerose pubblicazioni ha ricevuto importanti riconoscimenti tra cui, nel 1999, la nomina a Cavaliere dell’Ordine delle Arti e delle Lettere dallo Stato Francese.

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"Ufficiali della Germania Occidentale, Lüneburger Heide"
1959 di Renè Burri (Magnum Foto/Contrasto)

“I lavori di René Burri richiedono una lettura che scenda nel dettaglio. Queste fotografie vogliono essere lette, decifrate.
Non hanno preso forma in modo immediato né rivelano immediatamente il loro significato. Non c’è storia senza pazienza e senza distanza.
Per quanto mi concerne, ripenso a quel tempo senza commozione. Il Paese che allora cominciava, sia da una parte che dall’altra della cortina di ferro, a organizzarsi di nuovo nella normalità, era un Paese triste. Le immagini così come i testi di quel tempo sono crudi. Attraverso di essi parla un pathos che noi abbiamo perso. Il miserabile scintillio del ‘miracolo economico’ copre a stento le ferite.
I tedeschi sapevano cosa avevano combinato e cosa era loro successo, anche se non ne volevano sapere nulla.
Persino il più stanco, il più arrogante, il più indifferente ne ha una traccia impressa sul volto. Questo ha in più rispetto al presente quel tempo lontano, insopportabile.”
Hans Magnus Enzensberger


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