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Mostra “Linda Tramontin. Fiori e paesaggi. 1957 - 1971”.

Inaugurazione venerdì 07 giugno 2013, ore 18.30.

da giovedì 6 a domenica 23 giugno 2013
San Vito al Tagliamento
Chiesa di San Lorenzo

La mostra, organizzata in occasione delle manifestazioni per “ Piazza in Fiore “, propone al visitatore una rassegna di oltre sessanta opere su carta di Linda Tramontin, figlia primogenita di Virgilio Tramontin, artista e incisore sanvitese. La selezione è attinta da un corpus di quasi trecento opere prodotte in poco meno di quindici anni, dalla prima maturità fino alla prematura scomparsa nel 1973.
Le opere hanno come soggetto principale i fiori; di essi viene studiata in particolare la ricca morfologia che spazia dai più semplici fiori di campo alle più complesse orchidee esotiche. Il percorso della ricerca dell’artista parte dai primi schizzi, che interpretano l’essenza figurativa del fiore, fino ad opere in cui prevale l’interesse per la composizione secondo la tradizione classica della natura morta.
Il lavoro sui fiori è stato per la Sanvitese qualcosa di più che un hobby, è stato un motivo che ha percorso la sua vita attraverso studi artistici (fino alla specializzazione universitaria in Storia dell’ Arte) che hanno sempre affiancato gli studi classici (una laurea il Lettere), e attraverso l’organizzazione di attività legate all’arte (come insegnante di disegno e come curatrice di mostre).
Ai fiori si aggiungono altri soggetti genericamente definiti come paesaggi che riguardano ricordi di viaggio e appunti di ambiente, legati alla biografia dell’ artista.
La mostra intende dare conto dell’intera opera con l’esposizione degli studi preliminari o giovanili, fino alle opere più compiute e meditate, e certamente più importanti. Le tecniche espressive sono prevalentemente su carta con l’acquerello, la penna, la grafite, il carboncino, i pastelli e la “flo-master”, un particolare pennarello professionale, oggi non più in uso.
La Mostra è stata organizzata dal Comune di San Vito al Tagliamento, dalla Pro San Vito, dalla Società Operaia SOMSI e dal Centro Iniziative Culturali Pordenone con cui Linda Tramontin aveva collaborato agli inizi della sua attività e a cui era fortemente legata.
 

 

Sono accanto a lei quando cammina sulle grave

 

in cerca dei primi fiori di primavera, nascosti tra i sassi e i fili d’erba che le piogge non hanno ancora rinverdito del tutto. Oppure accanto a siepi sbucate tra i muretti di sasso che separano i campi della pedemontana. Arbusti con fioriture quasi estive, trasparenti sullo sfondo dei prati verso la cima della montagna. Un tocco veloce di matita, una leggera sfumatura di acquerello, una traccia di inchiostro che penetra tra le rughe della carta. Poche parole, un leggero sorriso che si guarda dentro.
Sono accanto a lei quando entriamo nello studio di Guido Cadorin. Grandi pareti che si affacciano sui canali di Venezia. Subito un’accoglienza amichevole, di reciproca simpatia e rispetto, per un maestro che già da giovane aveva lavorato a San Vito chiamato dal futuro cardinale Celso Costantini ad affrescare la chiesa della Visitazione.
Poi le grandi tele, da passare ad una ad una, in una intesa che preannunciava la mostra nella Galleria Sagittaria di Pordenone, quando la sua pittura, come scriveva Linda, si è maturata e interiorizzata fino a creare brani di prodigiosa vitalità, dal colore angosciato e suggestivo, profondamente commosso e religioso.
Siamo ancora con lei a Spello, dove la salita tra muri e selciati porta in alto, a sconfinare sulle colline sfumate tra verde e azzurro in una densa luminosità. Potrei restare qui, ci diceva, e ci tornerei a passare il mio tempo. Un richiamo costante alla profondità che la distoglieva dal suo particolare sorriso per ricercare sempre nuovo e rinnovato senso alla vita.
Sono con lei a scuola. C’era un fluido particolare con i ragazzi. Nasce quando ci si può fidare fino in fondo della persona che si ha davanti, mentre percorre con te un pezzo di strada. Dove ciascuno ha delle cose da imparare dall’altro. I ragazzi con lei si sentivano al sicuro, e nasceva sempre un rapporto di affetto che dava un altro sapore al latino o alla geografia. Non giudizi, ma condivisione. Sono con lei a casa Tramontin. Il campanello, il portone, le scale, la sala con le vetrate sugli alberi del cortile. E poi a tavola, con tutta la famiglia e la cortesia di tutti. La buonissima zuppa di cipolle di mamma Elisa, l’accoglienza di papà Virgilio, la disponibilità di Angela, dei fratelli e dei primi nipoti. Per loro un affetto speciale, per l’innocenza di una nuova vita, la meraviglia nei loro occhi, l’abbandono a chi ti vuole bene. Questi erano i suoi sentimenti. Misurati, non eclatanti. Ma tutto diceva vissuti con profondità.
Arte, spiritualità, famiglia, condivisione, sono la traccia del suo impegno, delle sue riflessioni, del suo scavare per non lasciare nulla alla banalità. Esigente e affettuosa. Come quando siamo con lei e con altri amici in montagna, mentre si va a fare la spesa, si prepara il pranzo e mi fa vedere come usare la pentola a pressione. Una vita in ricerca che la avvicina alla Casa dello Studente di Pordenone e alla sua Galleria d’Arte Sagittaria, nata proprio in quegli anni. Lì porta la sua speciale affinità con l’arte e con gli artisti, soprattutto giovani, con cui dialoga
molto negli spazi che aveva denominato “Nuovi incontri”. L’arte, per capire l’interiorità di segni e colori, che danno
forma a pensieri, contraddizioni, ribellioni, desideri o amori. Una strada per svuotare e rielaborare intrichi e percorsi che accompagnano ogni nostro momento. E che l’artista, se si ascolta, ha il dono, e certe volte il tormento, di esprimere così.
Come diceva Linda, l’opera d’arte deve risultare un arricchimento sia per l’artista che la fa, ma specialmente per chi la guarda, ed anche per il critico; una mostra crea un forte legame tra artista e pubblico; la galleria è un luogo di incontro tra persone che vogliono comunicare. L’arte, insomma, è un impegno di vita. E’ una scelta, una scelta culturale, di autenticità e di valori, portata con professionalità in tutti i progetti e le attività in cui lei si stava impegnando.
Tutto questo ci ha insegnato e abbiamo condiviso. E tutto questo, soprattutto oggi, è una priorità che dobbiamo privilegiare pensando, con responsabilità, ancora una volta, ai più giovani.
Maria Francesca Vassallo
Maggio 2013
 

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